Il Progetto #liberailfuturo

attiva la partecipazione e il protagonismo di adolescenti e giovani,
promuove una nuova cultura giovanile mettendo in rete risorse umane, istituzionali, culturali, associative e di volontariato,
offre ai ragazzi validi strumenti di autoformazione,
orienta alla riscoperta dei valori a sostegno di interessi e potenzialità da far crescere per il bene comune nel rispetto del diritto all’inclusione.

Tutte le ricerche nazionali e internazionali evidenziano come la dimensione economica da sola non basta a rendere ragione del fenomeno della povertà educativa, soprattutto quando riguarda i ragazzi.
L'aspetto educativo incide profondamente perché, pregiudicando il rendimento scolastico, arresta sul nascere talenti ed aspirazioni riguardando non solo il presente ma ipotecando il futuro. Povertà educativa significa non solo essere escluso dalla acquisizione delle competenze necessarie in un mondo caratterizzato dall'economia della conoscenza, ma anche limitazioni delle opportunità di crescere dal punto di vista emotivo, delle relazioni con gli altri, della scoperta di se stessi.
Il progetto #liberailfuturo mette al centro dei suoi interventi la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e le linee guida dettate dalla Commissione Internazionale dell'Unesco sull'Educazione per il XXI Secolo.

L’idea progettuale presentata da Arciragazzi Comitato di Roma (Capofila del Progetto), da CeIS Centro Italiano di Solidarietà, dall’ANCos Confartigianato persone e da altre numerose compagini, nell’ambito del Bando Adolescenza del Fondo Povertà Educativa, è realizzata con la finalità di contrastare le cause di povertà educativa minorile attraverso approcci multifunzionali.

Il progetto prevede infatti interventi coordinati di prevenzione secondaria per adolescenti, loro insegnanti e famiglie, da attuare nel ciclo della scuola Secondaria di I grado e nella prima fascia della scuola Secondaria di II grado. L’intento permane quello di limitare il tasso di dispersione e di ridurre quell’area di disagio adolescenziale che si evidenzia soprattutto in perdita della motivazione alla continuazione degli studi, problemi di socializzazione e difficoltà relazionali fuori e dentro la famiglia.

Gli interventi, mirati a ridurre il tasso di dispersione scolastica e abbandono degli studi, nonché i problemi relazionali e di socializzazione spesso acuiti nella fase adolescenziale, saranno realizzati in numerosi istituti secondari di I e II grado della Capitale, e includeranno giovani tra gli 11 ed i 17 anni, le loro famiglie e i loro insegnanti. Oltre alle principali agenzie educative scolastiche, il progetto ha l’obiettivo di strutturare e rafforzare il ruolo formativo di tutti i soggetti che compongono l’universo relazionale dei ragazzi, muovendo dalla consapevolezza che l’educazione delle nuove generazioni non passa unicamente per le istituzioni, bensì dal più ampio contesto territoriale. È così che si vuole creare una comunità educante, attraverso la collaborazione e il coinvolgimento delle scuole primarie e secondarie, e di tutti quei soggetti pubblici e privati che hanno la comune visione di una necessaria responsabilità diffusa nell’educazione giovanile.
In cantiere la creazione di tre centri di aggregazione permanenti, che consentiranno a ragazzi e ragazze di ritrovarsi dopo la scuola per condividere attività e laboratori sportivi, musicali, artistici e culturali, favorendo la partecipazione e l’integrazione delle fasce in cui il disagio giovanile è più diffuso e garantendo inoltre una crescita sia individuale che di gruppo.
In particolare grazie allo sport, attraverso la collaborazione con la propria squadra, i giovani apprendono l’importanza della cooperazione nel raggiungimento di obiettivi condivisi: per questo motivo fra le varie attività ci sarà posto anche per un torneo cittadino di calcetto a 5, focalizzato sulle regole del fairplay.

A conclusione del triennio, sarà organizzato un “Festival dei Giovani” con la partecipazione attiva degli adolescenti. A monitorare l’andamento degli interventi, e a strutturare le operazioni modellandole sulle reali necessità degli istituti che partecipano al progetto, il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma Tre. Una lotta dura contro la povertà educativa, consapevoli che la dispersione scolastica blocca sul nascere talenti e aspirazioni, pregiudicando il presente e ipotecando il futuro delle nuove generazioni.