Al via il meeting "Patto Educativo di Comunità": appuntamento il 17 novembre ore 18

Il Covid non ha inciso solo sulla povertà materiale di milioni di bambine, bambini e adolescenti, ma anche su quella educativa.
Dal 5 marzo 2020, circa 8,4 milioni di studenti non hanno più potuto frequentare in presenza le scuole e gli spazi aggregativi e educativi sul territorio. La soluzione immediata è stata quella di convertire le attività scolastiche nella didattica a distanza. Le modalità con cui questa si è attuata, però, non sono state le stesse per tutti, perché non tutti hanno avuto le stesse opportunità di accesso.
Nel corso della pandemia, infatti, il digital divide ha avuto un impatto rilevante anche sulla fruizione di un diritto fondamentale come quello all’educazione.
La pandemia da Covid-19 e il conseguente adattamento dello stile di vita dei bambini e dei ragazzi alle misure per il suo contenimento sta influenzando le loro scelte di vita e rischia di accentuare le disuguaglianze sociali esistenti. La povertà economica ed educativa pregressa, infatti, si combina oggi con la povertà prodotta dalla crisi sanitaria.
Inoltre, la sospensione delle lezioni scolastiche e la chiusura di tutte le attività ludiche, educative, di inclusione e supporto organizzate da vari enti del terzo settore, sta colpendo più duramente i bambini e i ragazzi, soprattutto coloro che vivono in condizioni di povertà o marginalità sociale, nonché i bambini e i ragazzi più vulnerabili (quali ad esempio i minori con disabilità e i minori stranieri non accompagnati), per i quali l’accesso a tali attività rappresenta talvolta l’unica possibilità di empowerment.